L’agorà al tempo della pandemia

Per tutta l’estate 15 piazze di Zurigo si trasformeranno in gallerie a cielo aperto per ospitare altrettante posizioni artistiche. Opere che interagiscono nel modo in cui percepiamo e occupiamo lo spazio pubblico. Tematiche più che mai attuali considerata la crisi che stiamo vivendo

Sono stati mesi, quelli primaverili, in cui le fiere d’arte e le biennali venivano posticipate, i musei chiusi, le mostre e gli eventi culturali annullati o proibiti. C’è chi ha provato a invertire la rotta, consegnando a domicilio arte, cultura e bellezza, grazie a una tecnologia altamente sviluppata, che ha reso il confine tra l’esperienza virtuale e quella fisica sempre più fluido e indistinto. L’arte, dunque, ha resistito. In qualche modo, almeno. Parallelamente, con l’accesso alle strade e alle piazze, ma anche alle aree di ricreazione, drasticamente limitate o addirittura completamente proibite, abbiamo sperimentato in modo incisivo quanto gli spazi pubblici siano e rimangano importanti per la nostra società e per la nostra convivenza. Quando non è più possibile incontrarsi fisicamente, quando non c’è più contatto sociale per paura d’infezioni, quando siamo costretti a passare il nostro tempo isolati in spazi chiusi e privati, le conseguenze sono enormi. Nonostante le piattaforme digitali e i cosiddetti social media, lo spazio pubblico è necessario come luogo di incontro e di dibattito. Come lo è il contatto fisico per dirette esperienze percettive dirette e per sottili dialoghi che non possono essere trasmessi sullo schermo di un computer. 

Ralph Bürgin – Les hommes assis, 2020

Motivi che hanno convinto il gruppo di lavoro per l’arte negli spazi pubblici (AG KiöR Zürich) a organizzare anche nel funesto 2020 il progetto espositivo Gasträume. “L’arte e la cultura, soprattutto in tempi di crisi, rappresentano un’opportunità vitale per affrontare l’indicibile e l’insolito, ma anche per fare un passo indietro, per modificare prospettive, per mostrare sentimenti. Questo perché sappiamo quanto sia difficile sostituire con registrazioni digitali quelle sensazioni sfumate, quelle allusioni sottili, quelle esperienze olistiche che per loro natura nascono sul posto, in compagnia di persone in carne e ossa, la cui esistenza può essere afferrata con le mani”. Ad affermarlo è Christopher Doswald curatore e presidente dell’associazione Kunst im öffentlichen Raum che, per l’ottavo anno consecutivo, ha invitato gallerie e accademie d’arte, spazi “off” e musei, a presentare, per questa anomala estate, proposte e progetti selezionati poi da una giuria d’esperti che, oltre allo stesso Doswald, ha visto partecipare Barbara Basting (responsabile dell’arte figurativa per la città di Zurigo), Lionel Bovier (direttore del MAMCO, il museo d’arte moderna e contemporanea di Ginevra), Ines Goldbach (direttrice del Kunsthaus Baselland di Muttenz, nei pressi di Basilea) e Katja Schenker (artista e membro dell’AG KiöR Zürich). 

Jacobo Castellano – Leche ciega (Fuente), 2020

15 i lavori prescelti, esposti in altrettante piazze zurighesi, trasformatesi per l’occasione in palcoscenici artistici a cielo aperto. Peculiari agorà caratterizzate da dinamiche urbanistiche talmente differenti da permettere prospettive e scenari unici. Fino al 20 settembre, camminando per Zurigo, sarà possibile scoprire anche opere artistiche sviluppate appositamente per questi luoghi, dimostrando quanto il ritorno alla figurazione sia quest’anno particolarmente impressionante. Dal gigantesco molare in marmo realizzato da Michael Sailstorfer sulla Basteiplatz al biblico ulivo scolpito nell’alluminio da Ugo Rondinone posizionato nella centralissima Paradeplatz. O ancora dai dipinti monumentali di Ralph Bürgin che incorniciano la Sigi-Feigel-Terrasse all’arcaica scultura in legno che Jacobo Castellano ha creato per il Kartoffelmarkt. “Quando gli artisti portano nello spazio pubblico argomenti rilevanti per la società, incoraggiano il pubblico a prendere posizione sulle loro dichiarazioni artistiche”, aggiunge Christopher Doswald.

ZÜRI-swissness Instagram tip : L’incertain regard

Ugo Rondinone – Snow Moon, 2011

Gasträume 2020 : WEB Instagram Facebook YouTube

Immagine di copertina: Michael Sailstorfer – Z 46, 2020

Tutte le immagini: Courtesy AG Kiör Zürich

Si ringrazia per la collaborazione: Sara Izzo

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