Swiss Made

Non solo banche, orologi e cioccolato. Agli stereotipi che contraddistinguono l’immaginario svizzero si contrappongono settori creativi fra i più vivaci d’Europa. Mode Suisse ci aiuta a conoscerne uno: il fashion design. Declinato per l’occasione nelle collezioni Primavera-Estate 2020

Nonostante Zurigo sia una delle mete preferite per lo shopping del lusso, i nuovi fashion designer svizzeri faticano a farsi un nome nel mercato interno e internazionale. Parigi e Milano, le capitali mondiali della moda raggiungibili in sole quattro ore di treno, intimidiscono, mentre il percorso per emergere in una nazione così piccola ma densa di contrasti è alquanto tortuoso. Eppure la creatività non ha mai smesso di prosperare. Anche nel settore della moda, dove il potenziale è enorme. Ne sa qualcosa Yannick Aellen, fondatore e direttore di Mode Suisse, organizzazione che ha come obiettivo dichiarato quello d’individuare gli emergenti stilisti rossocrociati e accompagnarli nelle loro carriere, offrendo quegli strumenti utili per emergere nel rutilante mondo della moda. L’ho incontrato a Zurigo, all’indomani dell’edizione numero 16 dedicata alle collezioni PE-2020. Prima d’intraprendere un tour che lo porterà alle settimane della moda di New York e Parigi, accompagnato da alcuni dei più brillanti giovani fashion designer che qui vi presento.

Yannick Aellen @ Jen Ries

Yannick Aellen fotografato da Jen Ries

Qual è il concetto di Mode Suisse?

È essenzialmente una piattaforma che quotidianamente incoraggia e commenta il fashion svizzero permettendo l’interazione fra stilisti, scuole di moda, l’industria del tessile, il mercato al dettaglio, i media e altri professionisti del settore. Trasformandosi in un happening semestrale dove convivono sfilate, showroom, party e cocktail, senza dimenticare workshop e talk, dedicati in questa edizione alle strutture e alle organizzazioni europee a supporto dei fashion designer indipendenti. Eventi non solo rivolti principalmente a un pubblico esperto, ma anche a tutti gli amanti della moda, a cui è espressamente dedicato “Sélection Mode Suisse chez”, particolare vendita al dettaglio ospitata nello shop del Landesmuseum di Zurigo. Mode Suisse lavora inoltre come consulente per gli stilisti svizzeri e per coloro che con essi desiderano collaborare, aprendo le porte alle fashion week internazionali. Formati che, in collaborazione con l’Austrian Fashion Association e il Berlin Showroom, includono il DACH Showroom Paris, durante le kermesse parigine, oppure il Swiss Touch Presents che porta per la prima volta Mode Suisse alla New York Fashion Week.

Come vengono selezionati i partecipanti?

Due volte l’anno i candidati possono inviare il loro dossier da sottoporre all’esame di una giuria composta da stilisti, proprietari di concept store, giornalisti. Selezionati una prima volta, i fashion designer non hanno più bisogno di competere nuovamente e il loro nome verrà tenuto in considerazione come “key designer” per gli eventi futuri. Ma la moda è volubile, capita così che alcuni di loro cessino di produrre o si prendano un anno sabbatico, o addirittura riscontrino un successo tale da rendere superfluo il nostro supporto. Per questi motivi siamo sempre alla ricerca di due o tre nuovi creativi che completino la lista dei dieci partecipanti scelti per lo show stagionale.

Qual è il rapporto tra gli svizzeri e la moda?

Va detto che il cliente svizzero è piuttosto complicato, soprattutto quello zurighese, non certo il più temerario quando si tratta di moda e design. L’austera eredità riformista calvinista aleggia ancora; qui società e cultura non sono state influenzate dall’opulenza e dalla fastosità della corte di Luigi XIV come è avvenuto in Francia. Fortunatamente le cose stanno lentamente cambiando e la nuova generazione è più consapevole e avventurosa. Brand glamour come Mourjjan, Amorphose e Julia Heuer sono felici eccezioni che, introducendo una prospettiva più femminile ed elegante nel mercato elvetico, non sfigurerebbero affatto sulle passerelle di Milano.

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I relatori del talk organizzato al Landesmuseum e dedicato alle “Strutture e organizzazioni in supporto dei fashion designer indipendenti” © Fausto Colombo / L’incertain regard

Come reagisce il commercio al dettaglio alle piccole etichette svizzere presentate a Mode Suisse?

Elvetici o internazionali, gli acquirenti negli show-room, prima e dopo la sfilata, non mancano e ciò dimostra un interesse tangibile per le firme svizzere. Purtroppo sono ancora poche le collezioni presentate a Mode Suisse che, a parte un gruppo illuminato e lungimirante di boutique e concept store, possano poi trovare il proprio corner nei grandi magazzini. Per cui il settore del commercio al dettaglio, che a mio parere offre grandi opportunità, rimane ancora tutto da conquistare. Credo che i department store debbano mostrare più coraggio e ricorrere anche a prodotti di nicchia per poter offrire alla clientela un mix ricercato. A mio parere, nulla uccide il commercio più della monotonia!

Le accademie svizzere di arte e design, come l’HEAD di Ginevra e l’HGK FHNW di Basilea, sfornano ogni anno laureati in procinto di intraprendere una carriera nel campo della moda; quali consigli daresti loro?

Ovviamente è necessario avere talento, coraggio e volontà d’impegnarsi. Oltre a queste qualità occorre essere al 100% sicuri di se stessi per convincere gli altri della validità delle proprie idee. Inoltre dissuaderei chiunque a intraprendere questa carriera se lo scopo principale sia quello di ottenere un successo immediato destinato poi a dissolversi dopo solo un paio di stagioni. L’obiettivo è quello di durare il più a lungo possibile. Consiglio d’iniziare con un numero limitato di pezzi, magari una capsule collection o, ad esempio, con un solo maglione che tutti vorrebbero indossare. Insomma costruire con poco usando cervello, cuore, anima e pancia.

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Il catwalk sulla terrazza dell’Allgemeine Baugenossenschaft Zürich © Tino Konino

THE SHOW

Musei, edifici industriali, sale congressi, teatri… Le location dei catwalk zurighesi di Mode Suisse si distinguono per la loro originalità. Non fa eccezione quella scelta per far sfilare le dieci collezioni Primavera-Estate 2020. Sulla terrazza dell’ABZ, la scuola professionale di Zurigo situata in un complesso di edifici modernisti che ospita anche il Museo del Design della città, si sono alternati i dieci fashion designer selezionati per l’edizione numero 16. Sotto un cielo colorato di tonalità blu e viola con vista sulle Alpi, Yannick Aellen e i suoi affiatati collaboratori sono riusciti in un’impresa quasi impossibile: fondere in uno spettacolo organico segmenti completamente diversi fra loro. Questo è ciò che abbiamo visto, in rigoroso ordine d’apparizione.

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Un capo creato da Julia Heuer © Alexander Palacios

Best Plissé : Julia Heuer

Se i motivi di Issey Miyakes dovessero fondersi coi colori di Missoni, il risultato sarebbe la vivace collezione di Julia Heuer. Ancor prima di creare la propria linea di abbigliamento la stilista aveva già riscontrato un notevole successo all’estero grazie alla realizzazione di stampe destinante a nomi altisonanti come Dior o Comme des Garçons. I suoi abiti fioriti e colorati non lasciano mai intatto l’animo dello spettatore. La tecnica giapponese Arashi, che utilizza in quasi tutti i suoi disegni, consiste nel realizzare a mano alcune parti dei tessuti di seta che vengono poi plissettati ad arte. Pur richiedendo una manutenzione estremamente ridotta, ogni pezzo ha il pregio di mantenere la sua atmosfera originale e la sua vibrazione colorata.

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Un capo creato da MOURJJAN © Alexander Palacios

Best Paillettes : MOURJJAN

Una maestosa femminilità, accompagnata anche una forte personalità grafica, s’irradia dai pezzi del marchio zurighese Mourjjan. Con il titolo “Circus of Life” la collezione realizzata dal duo maschile formato da Roland Rahals e Michael Muntingas gioca col glamour ispirandosi niente di meno che a Yves Saint Laurent. Senza lesinare su paillettes, boa di piume e scollature profonde, lo stile disinvolto porta direttamente nel mondo dell’inatteso, dove il vecchio incontra il nuovo e l’ordinario diventa straordinario. E che loro definiscono: “fashion with a soul”.

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Un capo creato da MOURJJAN © Alexander Palacios

Best Upcycling : Forbidden Denimeries

In questa collezione Mikael Vilchez racconta del suo viaggio a Pantelleria, attraverso look realizzati in denim upcycled azzurro cielo che sembrano sbiaditi dal mare e dal sole. Sfidando i codici di genere, il pluripremiato designer propone capi disinibiti e sostenibili, ispirati a riferimenti che spaziano dalle figure femminili a quelle maschili, dalla cultura popolare a quella classica, tutti declinati con un vocabolario denim. Catturando l’estetica del lusso e della couture, più che una rivoluzione, Forbidden Denimeries offre un’evoluzione verso l’uguaglianza di genere, suggerendo uno stile sexy e strutturato.

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Un capo creato da HEAD Genève © Alexander Palacios

Best Newcomer : HEAD Genève

Fresche di diploma, Anika Marincek & Lora Sonney, selezionate per rappresentare l’alta scuola delle arti di Ginevra, hanno dato prova del loro talento presentando 12 sguardi convincenti. Ai pezzi monocromatici dalle vivaci tinte neon si alternano quelli più audaci e surreali. Come la multicolore e imbottita giacca oversize o il lungo cappotto optical sormontato da un altissimo cappello, liberamente ispirato al film La montagna sacra, il capolavoro psichedelico di Alejandro Jodorowsky datato 1971. Accanto, alcuni abiti più tenui ma altrettanto impressionanti, che confermano come le due ragazze abbiano tutte le carte in regola per essere invitate alla prossima edizione di Mode Suisse con le loro personali etichette.

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Un capo creato da After Work Studio © Alexander Palacios

Best Knitting : After Work Studio

AWS è acronimo di una moda che non segue le stagioni commerciali. Spinti dalla loro convinzione estetica nel combinare l’eleganza femminile con elementi sportivi e classici, garantendo la funzionalità, Karin Wüthrich e Matthias Fürst sviluppano collezioni organizzate in una limitata serie di capi che sfociano, una dopo l’altra, in a una sorta di flusso continuo. Con particolare riguardo alla sostenibilità e alla produzione locale: “Vogliamo riportare l’industria tessile in Svizzera perché la produzione di maglieria tradizionale sta via via scomparendo”. Ai preziosi capi in maglia, esportati fino in Asia, si sono aggiunti innovativi abiti e cappotti in lino, alternando colori lavanda a quelli più infuocati.

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Un capo creato da Jacqueline Loekito © Alexander Palacios

Best Fluid : Jacqueline Loekito

Basandosi interamente sul motto “Love Unites Us”, la stilista di Basilea, nata da madre inglese e padre indonesiano, ha mostrato una collezione omogenea dai colori pastello con dolci accessori a forma di cuore. Ispirata al dipinto Acrobata e giovane arlecchino disegnato da Pablo Picasso, l’intera natura dei look sottolinea il dibattito contemporaneo attorno alla necessità di rompere con le linee guida eteronormative di genere. Prevedendo un futuro audace molto prossimo, dove il guardaroba possa essere facilmente condiviso da entrambi i sessi. Highlight della sfilata sono stati i due corpi avvolti in un unico pezzo rosa, a simboleggiare una maggiore coesione, empatia e amore per la persona con cui condividere la vita.

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Un capo creato da Nina Yuun © Alexander Palacios

Best Minimal : Nina Yuun

Affascinata dal concetto di terra natia, l’Heimat che da il titolo al suo show, Nina Yuun è sinonimo di ispirazione, sostenibilità ed eleganza estetica. Con la sua accattivante combinazione di tagli puliti e colori raffinati, la stilista cresciuta a Seul prima di trasferirsi in Svizzera incarna un dialogo continuo con gli stereotipi comuni nella nostra società, sia in termini di contenuti che di stile. Raggiungendo, con questa più recente collezione che ospita i gioielli di Hana Kim, l’impossibile: vestiti sì da mostrare ma anche da comprare e indossare.

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Un capo creato da Amorphose © Alexander Palacios

Best Italian Way : Amorphose

Una collezione che ha incantato il pubblico, caratterizzata da raffinatezza, ricerca dell’eleganza e attenzione al dettaglio. Volumi, forme geometriche e sapiente sartoria sono i cardini su cui ruota Amorphose, marchio ticinese creato da Giancarlo Bello, designer dall’eccezionale talento e dalla visione squisitamente estetica. Da sempre riconosciuto e rispettato dai consumatori costantemente alla ricerca di qualcosa di straordinario e originale.

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Un capo creato da HGK FHNW Basel © Alexander Palacios

Best School : HGK FHNW Basel

Combattere l’irragionevole uniformità creando moda profondamente impegnata. È il motto col quale i 23 gli studenti del corso di Fashion Design Institute di Basilea hanno presentato le loro collezioni pre-diploma, coadiuvati dal supporto produttivo, artistico e coreografico di Priska Morger, Nils Amadeus Lange ed Eva Buehler. Accomunati dal coraggio di sperimentare, i designer non si sono sottratti a palette di colori sgargianti e tagli ampi, propoendo pezzi unici per indurre gli spettatori a riflettere sulle proprie utopie. Perché, secondo loro: “solo quando il reale inizia a vacillare, il sogno ad occhi aperti può prendere forma”. Attenderemo curiosi lo sviluppo di questi promettenti artigiani in una delle prossime edizioni di Mode Suisse.

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Un capo creato da MADE VISIBLE® X Archives™ © Alexander Palacios

Best Road Traffic Safety : MADE VISIBLE® X Archives™

Timore di non essere visti per strada? Rendersi visibile è il rimedio più semplice e farlo con stile è la mission di MADE VISIBLE®, linea di abbigliamento che coniuga moda e visibilità. Al collettivo Archives™, formato da tre talentuosi designer ginevrini (Tiffanie Bellenot, Justin Person e Victor Prieux), ha commissionato una capsule collection da indossare mentre si va al lavoro, nel tempo libero, quando si pratica sport o la sera. Pratici capi e accessori alla moda realizzati con tessuti per l’outdoor Schoeller e Rotofil.

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Immagine d’apertura: Dietro le quinte © Tino Konino

Tutte le immagini (escluso il talk) : Courtesy Mode Suisse

Si ringrazia per la collaborazione: PR/TICULAR (Lucy Tallo, Gabriela Martinovic) e Christopher Hux

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