160 i film in cartellone! Fra cui 42 girati da esordienti, 12 prime mondiali, 16 produzioni svizzere e 2 retrospettive. Sono alcuni dei numeri snocciolati alla presentazione del 14° Zurich Film Festival, in programma dal 27 settembre all’8 ottobre prossimi. L’edizione 2018, con il suo carico di mondanità, star internazionali e proiezioni di gala che anticiperanno le più interessanti uscite autunnali, si arricchisce di due nuove sezioni: “Series”, dedicata alle nuove tendenze televisive seriali e “Hashtag”, che affronta temi tanto appassionanti quanto controversi. Mentre la nuova generazione di cineasti italiani è l’invitata d’onore di un festival che si annuncia imperdibile. Buona visione!
Perché (ancora) il cinema? Perché al tempo di Internet, dei social, delle serie TV, dei video giochi, della realtà virtuale, di un magma audiovisivo genericamente fagocitante, è più che mai necessario ribadire il motivo per cui si ami, si preferisca e si scelga il cinema. Ma perché partecipare (ancora) a un festival cinematografico? Oggi si può tranquillamente vedere un film a casa propria, con l’ausilio di un videoproiettore, sullo schermo di un PC o su uno schermo ancora più piccolo di un tablet o di un telefono; volendo lo si può guardare anche fuori le mura domestiche, in treno, sul bus, sul retro del sedile di un’automobile o di un aereo. Ci si era forse dimenticati che è (ancora) possibile vedere un film proiettato sul grande schermo di una sala cinematografica? I film festival sono (ancora) qui per ricordarcelo. A quasi novant’anni dalla loro nascita (Venezia fu il primo in assoluto, nel 1932), questi eventi rimangano occasione unica, anche se in alcuni casi un po’ appannata, sia per vedere film inediti, che magari non usciranno in sala o nemmeno saranno visibili da altre parti, sia per partecipare a un momento comunitario. Perché vedere un film al cinema è innanzi tutto un rito collettivo ineguagliabile. Lo sanno bene i cinefili di lunga data, un po’ meno i giovanissimi, non abituati a frequentare sale cinematografiche, ma che al rito possono essere iniziati incuriosendoli con una kermesse dai contenuti eclettici e che non si fossilizzi sulle singole proiezioni. Perché allargare la base del pubblico mantenendo lo status di evento comunitario è l’improcrastinabile obiettivo dei “fabbricanti di festival” 2.0
Sfida affrontata con impeto rinnovato da Nadja Schildknecht e Karl Spoerri, i co-direttori del Zurich Film Festival (ZFF) che questa mattina, nella favolistica cornice del Dolder Grand Hotel, hanno svelato il programma della 14° edizione di quello che è un magico connubio tra vetrina glamour e officina di sperimentazione. Rimanendo fedele al suo credo artistico, caratterizzato da un cinema qualitativamente giovane e fresco, quest’anno il ZFF si propone anche come piattaforma per il lancio dei grandi titoli autunnali e già in odor di premi. Le molte anteprime mondiali ed europee che si potranno trovare in quasi tutte le sezioni del programma, dimostrano come il ZFF si stia sempre più affermando a livello internazionale, facendo addirittura concorrenza al London Film Festival. Due le competizioni internazionali dedicate rispettivamente alla fiction e al documentario. Le affiancherà Fokus, sezione riservata alle produzioni in lingua tedesca provenienti da Germania, Austria e Svizzera, il cosiddetto “deutschsprachiger Raum”. Tutto il resto sarà fuori concorso: dalle proiezioni speciali, destinate a film unici nel loro genere, a quelle di gala, dove vengono presentate le pellicole più attese; dalla sezione Border Lines, che affronta il quotidiano con soggetti d’attualità, progetti umanitari, conflitti sociali e territoriali, a quella, comprensiva di workshop, riservata espressamente ai bambini, che verranno catapultati in un universo sconosciuto dove i sogni si vivono da svegli; dalle finestre aperte sui festival metropolitani di Hong Kong e San Sebastian, ai nuovi orizzonti, dedicati quest’anno all’Italia e alla sua giovane generazione di registi capaci di utilizzare lo strumento cinematografico per mettere in evidenza le condizioni di un paese in crisi; 18 titoli che saranno soggetto del prossimo post in occasione dell’apertura del festival.
L’edizione 2018 si arricchisce anche di due nuove sezioni che dimostrano quanto un festival cinematografico possa essere interpretazione artistica di un quotidiano in continua imprevedibile mutazione. Si inizia con Hashtag. Dalle rivelazioni di Edward Snowden nel 2013, è chiaro che il mondo stia vivendo una vera e propria mania per i dati, trasformando la raccolta di informazioni in una grande fonte di denaro e di potere: l’oro nero del 21° secolo, per così dire. Quali pericoli si nascondono dietro la raccolta dei nostri dati? Cosa permettono di fare? Quali saranno i cambiamenti sociali ed economici che ciò comporterà? Con la parola chiave #BigData, il ZFF sviluppa questo tema appassionante e controverso, presentando otto lungometraggi e documentari che fanno luce sulla questione da diverse prospettive. Si prosegue con Series. Il ZFF porta sul grande schermo le (mini)serie TV, già cult nel panorama televisivo mondiale e che annunciano le nuove tendenze del piccolo formato. Competono per il Golden Eye, organizzato per la prima volta quest’anno, sei serie internazionali costituite da almeno 4 episodi. Gratuito l’ingresso a tutte le proiezioni, che comprendono anche episodi di serie fuori concorso.
Il ZZF si distingue anche per la particolare attenzione dedicata alle colonne sonore. 304 compositori (rispetto ai 189 dello scorso anno) hanno partecipato al compito di mettere in musica Happiness, corto metraggio realizzato da Steve Cutt’s. Presidente della giuria Cliff Martinez, già batterista dei Red Hot Chili Peppers, compositore a sua volta delle colonne sonore di Sex, Lies and Videotapes, Solaris e Contagion diretti da Steven Soderbergh. Le miglior composizioni saranno interpretate dall’orchestra sinfonica della Tonhalle di Zurigo. Infine, fra tributi, retrospettive, master class e talk, sul tappeto verde del festival, sinonimo di sostenibilità, passeranno, fra gli altri, Judy Dench, Donald Sutherland, John C. Reilly, Dev Patel e Johnny Depp. I cacciatori di selfie sono avvertiti.
Tutte le immagini: Courtesy Zurich Film Festival