Dallo sguardo dietro le quinte della politica al reportage in qualche remota valle alpina. La mostra Swiss Press Photo 18, al Landesmuseum di Zurigo fino al 1° luglio, rievoca visivamente un anno ricco di avvenimenti, dimostrando una volta ancora che le fotografie giornalistiche colpiscono non solo per il loro contenuto informativo ma anche e soprattutto per la loro densità emotiva
“Non è una foto sensazionale legata a una notizia, ma al contrario un’immagine molto tranquilla, quasi intima; non una foto d’attualità ma un ritratto, neppure legato alla quotidianità eppure di enorme rilevanza: una donna di 67 anni malata di tumore, nuda, che nuota a occhi chiusi, serena, dignitosa”. Così Bernhard Giger nel descrivere la fotografia che la Giuria internazionale da lui presieduta ha scelto come vincitrice nella sezione Ritratto del Swiss Press Photo Award. L’immagine è tratta da una serie di scatti realizzati da Guillaume Peret che per questo lavoro si è visto conferire anche il titolo di Fotografo dell’Anno 2017. “È la ricompensa più importante che si possa ottenere in Svizzera come fotografo” racconta il 44enne fotografo di Neuchâthel. “È un premio della stampa professionale, con le proprie regole, in particolare per la narrazione. Sono felice di venire riconosciuto per un racconto personale che è stato considerato di qualità”. Nel suo ritratto di Daniela Mossenta si fondono sofferenza e speranza: nonostante l’intervento chirurgico e la chemioterapia che ha subito, la donna si mostra ottimista e fiduciosa di vivere ancora a lungo. L’immagine di Perret documenta in modo assai sensibile e toccante questa sintesi tra condizione fisica e stato d’animo.
© Swiss Press Photo / Alex Kühni
Sono storie minute o smisurate, pacate o agitate, quelle scelte anche dai laureati delle altre cinque categorie per raccontare, in parte attraverso una serie di fotografie, in parte anche con un solo scatto, la Confederazione Elvetica contemporanea. Nella categoria Internazionale la foto di un cecchino dell’esercito iracheno che spara dal fondo di una stanza per non rilevare la sua posizione e scattata da Alex Kühni a Mosul, ci ricorda come l’arte della guerra non sia eroica ma vile e sorniona. È un altro ritratto che esce vincitore nella categoria Attualità: una fotografia che non ostenta però fierezza come quella di Perret ma raffigura un uomo distrutto. Lui è Jürg Jegge, considerato una “star” della pedagogia e celebrato un tempo come “l’insegnante nazionale”, immortalato nella sua casa da Reto Oeschger dopo le accuse di abusi sessuali su minori contenute in un libro di denuncia pubblicato lo scorso anno e scritto da un suo ex allievo.
Markus Ruch, vignaiolo di Neunkirch nella regione del Klettgau (canton Sciaffusa), crea i suoi «vini naturali» rinunciando sia a complesse tecniche di cantina che a fertilizzanti chimici e alla filtrazione. © Swiss Press Photo 18 / Karin Hofer, Courtesy Landesmuseum Zürich
Le fotografie giornalistiche offrono, nonostante tutto, anche poesia. Come quella che, grazie al sensibile occhio di Karin Hofer nella sezione Vita quotidiana, traspare dalle mani di Markus Ruch, vinificatore in quel di Neunkirch, che, rinunciando alle tecniche elaborate, ai concimi chimici e alla filtrazione, ha puntato tutto sulla fermentazione naturale con risultati che colpiscono con note di sapore e fragranze insolite. Una variante impertinente nella fotografia sportiva è quella ideata da Simon Tanner le cui ludiche composizioni, a corollario di un servizio in otto puntate intitolato “Calcio, quando sarà abbastanza?” e pubblicato dal quotidiano NZZ, mostrano l’assurdità dello sport più importante al mondo tra crescita e follia. Nella sezione Reportage svizzeri infone, Nils Ackermann, Fotografo dell’Anno 2015, si è messo sulle tracce di un nuovo stile politico seguendo, tappa dopo tappa, il tour elettorale di Pierre Maudet, candidato liberale-radicale al Consiglio federale; non sarà eletto.
Michael Keller, l’unico dentista mobile in Svizzera, visita a domicilio i suoi pazienti nelle più remote vallate del canton Uri. I trattamenti li esegue direttamente nella casa degli interessati o sul suo speciale minibus. © Swiss Press Photo 18 / Remo Naegeli, Courtesy Landesmuseum Zürich
La mostra delle migliori immagini giornalistiche allestita nel Museo nazionale Zurigo vanta ormai una certa tradizione, offrendo ai visitatori l’occasione di passare in rassegna l’anno trascorso attraverso una carrellata di fotografie che, oltre a immortalare importanti eventi del 2017, portano alla ribalta anche momenti e scene passati inosservati o comunque meno al centro dell’attenzione. Una novantina di scatti che evidenziano di come la Svizzera non sia né un’isola, né un posto idilliaco, né tanto meno un museo. A presentarli alla stampa, lo scorso venerdì 4 maggio, la curatrice di fotografie storiche Ricabeth Steiger e Michael von Graffenried il fondatore di Swiss Press Photo, la sezione fotografica dei Swiss Press Award, che, oltre alla fotografia, premiano i migliori lavori giornalistici realizzati per la carta stampata (nazionale e locale), la radio, la televisione e Internet. Un riconoscimento voluto dalla Fondazione Reinhardt von Graffenried il cui scopo e attività centrale sono la promozione e il sostegno del giornalismo locale svizzero e del fotogiornalismo, indipendentemente dal fatto che utilizzi mezzi stampati o elettronici. Perché il bisogno di fotografie di qualità, esigenti e che risveglino le coscienze esiste ed esisterà sempre. Un mondo senza buone immagini? Difficile da immaginare.
L’interno della mostra Swiss Press Photo 18 al Landesmuseum Zürich © Fausto Colombo
Selfie globale
Swiss Press Photo ha una sorella maggiore: la World Press Photo con sede ad Amsterdam. L’organizzazione, fondata nel 1955, premia ormai da decenni i migliori fotogiornalisti del mondo e ne presenta le opere a livello planetario. Il Museo nazionale Zurigo per la seconda volta espone le migliori fotografie giornalistiche del mondo. Questa mostra itinerante internazionale fa tappa in oltre 100 città del mondo e fornisce uno spaccato degli eventi dell’anno scorso suddivisi in otto categorie. Una retrospettiva fotografica che, dal 7 giugno all’8 luglio 2018, porta il mondo a Zurigo, dal dimostrando una volta ancora la validità della massima secondo cui un’immagine dice più di mille parole.
Michael von Graffenried “dirige” l’installazione dello striscione di Swiss Press Photo 18 © Fausto Colombo
Immagine di copertina: Daniela Mossenta di Neuchâtel soffre di un tumore al seno. Nonostante le chemioterapie e le varie alterazioni fisiche subite, si mostra ottimista e fiduciosa di vivere ancora fino a 95 anni. © Swiss Press Photo 18 / Guillaume Perret, Courtesy Landesmuseum Zürich